I sapori della cucina tradizionale dell’Isola d’Elba
Un territorio che si estende tra la terraferma e il mare è quello dell’Isola d’Elba: la sua gastronomia unisce i frutti del mare fresco ai prodotti dell’agricoltura locale, mescolando sapientemente le fragranze e le proprietà delle erbe spontanee con le influenze delle varie civiltà e delle culture che nel corso dei secoli hanno lasciato il segno sull’isola, sia per motivi commerciali che politici e militari, lasciando tracce non solo dal punto di vista storico, ma anche culinario, personalizzando le prime ricette elbane con autenticità e originalità da parte degli abitanti locali.
La cucina dell’Isola d’Elba può essere considerata una fusione di sapori, caratterizzata dalla genuinità degli ingredienti semplici, che, una volta combinati sul piatto, emanano un delizioso profumo di tradizione, che ricorda il calore del focolare, della casa, dei ricordi d’infanzia.
L’Elba è sempre stato un luogo attivo nell’agricoltura e nella viticoltura, producendo non solo uva, ma anche cipolle, zucche, alberi da frutto, grano, farro e fave, queste ultime coltivate ancora oggi in primavera per essere gustate con formaggio (tipicamente il Baccellone), pane e un buon bicchiere di vino.
Nella parte occidentale dell’isola, soprattutto a Poggio e Marciana, il castagno ha sempre avuto un ruolo predominante, influenzando una cultura ricca di tradizioni, usanze e ricette tipiche.
Naturalmente, la pesca ha avuto anch’essa un ruolo importante: alla fine dell’Ottocento, la costa settentrionale dell’Elba era punteggiata da numerose tonnare, visibili ancora oggi a Enfola e al Bagno. La pesca è ancora una pratica amata dagli abitanti dell’isola.
Il vino, i prodotti della terra e del mare, come il pesce fresco locale, le castagne, i legumi, la cacciagione e le erbe aromatiche della macchia mediterranea, rimangono gli ingredienti principali delle ricette locali, sia di mare che di terra.
Nel nostro articolo, esploreremo le deliziose ricette che costituiscono il cuore della tradizione culinaria dell’Isola d’Elba, offrendo un gustoso viaggio attraverso i sapori autentici e le specialità culinarie più rappresentative di questa affascinante isola.
Tra le prelibatezze dell’Isola d’Elba, spiccano indubbiamente piatti come il Cacciucco all’Elbana, lo Stoccafisso con le patate, gli Zerri Fritti o Marinati e la Palamita Sott’Olio. Non possiamo dimenticare poi le Margherite (Granseole), che gli isolani sanno abilmente trasformare in deliziosi primi piatti, le Penne in Barca, il Polpo all’Elbana e i Totani Ripieni.
Anche i dolci tipici dell’isola sono un vero piacere per il palato, con sapori semplici e autentici. Tra essi, spiccano la celebre Schiaccia Briaca, preparata con l’Aleatico dell’Elba, la Schiacciunta, la Sportella, il Corollo, le Frangette e il rinomato Castagnaccio, che conquistano con la loro squisitezza e rappresentano una vera delizia per chiunque abbia il privilegio di assaggiarli.
Cominciamo il nostro viaggio tra i sapori dell’isola con il “Cacciucco all’Elbana”, una ricca zuppa di pesce originariamente preparata dai pescatori con gli avanzi del pescato giornaliero. Composta principalmente da varietà di pesce locale, la sua composizione varia a seconda della stagione e delle disponibilità.
Questa ricetta, lontana dall’essere una semplice zuppa di pesce, richiede particolare attenzione nella preparazione: i polpi e le seppie vanno cotti separatamente, mentre le cozze vengono aggiunte solo alla fine per evitare che diventino gommosi e perdano il loro sapore.
Nonostante la diversità di pesci utilizzati, il cacciucco elbano offre un connubio di sapori e profumi che evocano l’atmosfera del mare, risultando estremamente appetitoso.
Difficoltà: Media
Costo: Medio
Dosi per 6/8 persone
Tempo di preparazione: 45 minuti
Tempo di cottura: 2 ore
Abbinamento vini elbani: Elba Rosso Riserva D.O.C.
Ingredienti:
• Per il brodo di pesce: 500 g di pesce di scoglio, olio d’oliva, 1 cipolla media, 1 carota, 1 costola di sedano, 1 bicchiere di vino bianco secco, 4 o 5 chiodi di garofano, 2 foglie di alloro, sale e peperoncino qb.
• Per la zuppa: 300 g di seppie, 500 g di polpo, 1 kg di pesce da zuppa (palombo, gallinella, cappone, grongo, murena, tracina, scorfano, cicale, cozze e altri a seconda della disponibilità), 12 granchi, 1 cipolla, 6 spicchi d’aglio, 3 o 4 foglie di salvia, 1 bicchiere di vino bianco secco, concentrato di pomodoro, una manciata di prezzemolo tritato, sale, peperoncino e olio.
Preparazione: Per preparare il brodo, mettere una pentola sul fuoco con olio, cipolla, carota e sedano e far rosolare bene, aggiungendo il pesce da minestra e le parti scartate del pesce che verranno utilizzate nella zuppa. Sfumare con il vino bianco e lasciare evaporare. Coprire con abbondante acqua fredda, insaporire con sale, peperoncino, chiodi di garofano e foglie di alloro. Lasciare cuocere lentamente per circa mezz’ora, quindi passare al passatutto e lasciare intiepidire.
Per preparare la zuppa, tagliare seppie e polpo a pezzi grossi e gli altri pesci in piccoli tranci. In una casseruola capiente, far imbiondire nell’olio una base aromatica composta da cipolla, aglio, peperoncino e salvia tritati finemente. Aggiungere seppie, polpo e crostacei e far rosolare bene per qualche minuto. Sfumare con il vino bianco, lasciare evaporare e aggiungere il concentrato di pomodoro diluito in un po’ di acqua tiepida. Lasciar cuocere per circa 15 minuti, bagnando man mano con il brodo di pesce. Aggiungere gli altri pesci secondo il tempo di cottura e lasciar stufare a fiamma moderata, continuando a bagnare con il brodo. Aggiungere le cozze quando la zuppa è quasi pronta e regolare di sapore, facendo attenzione a non cuocere eccessivamente i frutti di mare.
Servire con crostoni di pane abbrustoliti e leggermente strofinati con aglio, e guarnire con una spolverata di prezzemolo fresco tritato.”
Proseguiamo gustando un bel piatto di “Stoccafisso con le patate”.
Si narra che lo stoccafisso fosse stato introdotto all’Isola d’Elba dagli spagnoli che presidiavano Forte San Giacomo a Portolongone, ora Porto Azzurro. Alcuni sostengono che la sua importazione in Toscana sia stata opera degli ebrei sefarditi che, esuli dalla Spagna, si stabilirono a Livorno nel XVI secolo.
Secondo la tradizione, lo stoccafisso era consumato nei giorni di venerdì e negli altri giorni in cui era vietato mangiare carne per osservanza religiosa.
A Rio nell’Elba, veniva gustato anche durante le merende e le riunioni conviviali nelle cantine o durante le giornate in spiaggia. Era un’occasione di festa e allegria, accompagnata da generose libagioni di vino, canzoni popolari e talvolta scherzi vivaci.
Chi ha il privilegio di assaggiare questo piatto capisce subito perché è così amato dagli abitanti dell’isola, tanto da essere considerato una delle specialità della tradizione culinaria elbana. Esistono varie versioni di questo piatto, ognuna con le sue peculiarità.
Difficoltà: Media
Costo: Medio
Porzioni: 4/6 persone
Tempo di preparazione: 45 minuti
Tempo di cottura: 2 ore
Abbinamento vini elbani: Elba Rosso D.O.C.
Ingredienti:
• 1,2 kg di stoccafisso ammollato
• Cipolle
• 180 g di concentrato di pomodoro
• 1 bicchiere e mezzo di vino bianco
• Patate
• 200 g di olive nere
• Olio d’oliva (abbondante)
• Sale q.b.
• Peperoncino q.b.
• Pinoli
• Capperi
• Acqua q.b.
Preparazione: Pulire lo stoccafisso, rimuovendo la pelle e lo stomaco, e tagliarlo a grossi pezzi.
Affettare le cipolle e farle rosolare in abbondante olio. Aggiungere lo stoccafisso quando le cipolle iniziano ad imbiondire.
Quando lo stoccafisso inizia ad attaccarsi leggermente al fondo della pentola, sfumarlo con abbondante vino bianco. Lasciare evaporare e aggiungere il concentrato di pomodoro diluito in acqua tiepida. Aggiungere anche la pelle e lo stomaco tagliati a striscioline per un ulteriore sapore.
Continuare la cottura, aggiungendo olio e acqua se necessario, facendo attenzione a mantenere lo stoccafisso piuttosto asciutto.
Regolare di sale e peperoncino. Mezz’ora prima della cottura completa, aggiungere le patate sbucciate e tagliate a pezzi.
Negli ultimi minuti di cottura, unire le olive, i pinoli e/o i capperi a piacere.”
Tra le prelibatezze gastronomiche dell’Isola d’Elba, è d’obbligo menzionare gli Zerri Fritti o Marinati, un piatto tipico molto amato per la sua singolarità e genuinità. Gli Zerri, pesci di piccole dimensioni dotati di lische estremamente sottili, incarnano appieno i sapori autentici del mare, regalando un’esperienza culinaria irresistibile.
Gli Zerri fritti sono preparati utilizzando questi piccoli pesci, i quali, grazie alla loro caratteristica peculiare, possono essere consumati senza bisogno di essere puliti o privati delle squame. Dopo essere stati infarinati, gli Zerri vengono immersi nell’olio bollente e fritti fino a raggiungere una doratura croccante. Una volta pronti, vengono delicatamente conditi con sale e possono essere gustati sia caldi, come contorno, che come delizioso antipasto.
In alternativa, per chi preferisce una variante più fresca, vi sono gli Zerri marinati. Questa preparazione, conosciuta come “agliata” sull’Isola d’Elba, prevede che i pesci vengano bolliti e successivamente lasciati raffreddare. Una volta freddi, gli Zerri vengono immersi in una soluzione di aceto e vino, aromatizzata con aglio, rosmarino e peperoncino, dove restano a marinare per un’intera giornata. Questa pratica, radicata nella tradizione culinaria locale, aveva lo scopo di prolungare la conservazione degli alimenti nell’antichità.
Esplorare la ricca tradizione culinaria dell’Isola d’Elba significa immergersi in un mondo di sapori autentici e prelibatezze marine. In questo contesto, la palamita, conosciuta anche come “pesce di passo”, occupa un posto d’onore. Nel cuore dell’Arcipelago Toscano, questo pesce dalle carni saporite e dalla storia affascinante è protagonista di antiche tradizioni culinarie tramandate di generazione in generazione. Scopriamo insieme il suo percorso dalla rete alla tavola, esplorando una ricetta tradizionale che incarna appieno il gusto autentico dell’Isola d’Elba: la Palamita Sott’Olio.
La palamita, conosciuta come abbiamo detto anche come “pesce di passo”, appartiene alla famiglia dei tonni e degli sgombri, mostrando una somiglianza nell’aspetto con questi ultimi. Dotata di un corpo allungato che può raggiungere fino a 80 centimetri di lunghezza, la palamita è facilmente riconoscibile grazie alle striature nerastre che la attraversano obliquamente su un fondo di colore blu elettrico.
Questo pesce viene pescato in tutte le acque dell’Arcipelago Toscano utilizzando grandi reti a maglia chiamate “palamitare”. Il periodo di pesca va dalla tarda primavera all’estate e poi ancora da fine settembre fino a novembre. Le carni della palamita sono caratterizzate da una consistenza soda e un sapore ricco, rendendola adatta a molteplici preparazioni culinarie: dalla grigliatura, condita con erbe aromatiche, olio e sale, fino alla cottura in umido con pomodoro, prezzemolo, aglio, capperi, olive e peperoncino (conosciuto come zenzero all’Elba).
La pratica di conservare la palamita sott’olio è stata introdotta all’Elba dai pescatori di Ponza che si stabilirono a Marina di Campo alla fine degli anni 30. In questa tecnica, i pesci più grandi vengono lessati, tagliati a filetti e quindi conservati sott’olio insieme a foglie di alloro, pepe e il sempre presente “zenzero”.
La palamita sott’olio può essere gustata da sola, infilzata con la forchetta, o utilizzata per arricchire insalate mediterranee o esotiche. È anche deliziosa abbinata a fagioli cannellini bolliti, spicchi di pomodori maturi, cipolla fresca e basilico.
E adesso, procediamo con la condivisione della ricetta completa per preparare il delizioso piatto di palamita sott’olio.
Difficoltà: facile
Costo: medio
Dosi per n. 4 vasetti da 500 g
Tempo di preparazione: 40 minuti
Tempo di cottura: 2 ore
Abbinamento vini elbani: Elba Ansonica D.O.C.
Ingredienti:
• 2 kg circa di palamita
• 3 litri di acqua
• una grossa cipolla
• un bicchiere di aceto bianco
• 270 g di sale grosso
• pepe nero in chicchi
• chiodi di garofano
• peperoncino
• 2/3 foglie di alloro
• olio di oliva o olio di semi
Preparazione: Pulire la palamita rimuovendo testa, coda e viscere. Tagliarla in grossi tranci spessi almeno 2 cm e lavarla accuratamente per eliminare il sangue, lasciandola bianca.
In una pentola, versare tre litri di acqua fredda e aggiungere cipolla, pepe nero in grani, chiodi di garofano, aceto e sale. Portare ad ebollizione e spegnere il fuoco.
Immergere i tranci di palamita nell’acqua preparata, disporli ordinatamente sul fondo e far bollire a fuoco lento per circa due ore, mantenendo il recipiente coperto per ridurre l’evaporazione.
Una volta cotta, lasciare raffreddare la palamita nell’acqua di cottura, quindi rimuovere la pelle, le lische e le parti scure.
Sciacquare i tranci nella stessa acqua di cottura e lasciarli asciugare avvolti in un canovaccio per almeno 3-4 ore.
Una volta raffreddata e asciugata, disporre la palamita nei vasetti di vetro, aromatizzarla con pepe in grani o peperoncino e foglie di alloro, quindi coprirla con olio e conservare.
Lasciar “maturare” per almeno un mese prima di gustarla.
Tra le delizie più amate dell’Isola d’Elba non possiamo poi dimenticare gli Spaghetti alla Margherita, una ricetta che incarna l’autenticità e il gusto della cucina elbana.
Conosciuta anche come Granseola, la Margherita regala un sapore unico e ricco, perfetto per preparare un sugo irresistibile che avvolge delicatamente gli spaghetti, creando un’esperienza culinaria indimenticabile. Scopriremo insieme l’origine di questa prelibatezza marina, i segreti della sua preparazione e come accompagnare al meglio questo piatto con un vino tipico dell’Isola d’Elba.
La ricetta tradizionale degli Spaghetti alla Margherita (Granseola)
La Granseola, conosciuta all’Isola d’Elba e nella provincia di Livorno con il nome di Margherita, sebbene abbia meno polpa rispetto all’aragosta, è notevolmente più saporita, perfetta per preparare un delizioso sugo per condire spaghetti e gnocchi. La stagione di pesca della Margherita va da aprile all’inizio dell’estate, Ecco quindi una ricetta che incarna appieno il sapore autentico della Granseola, portando in tavola un’esperienza gastronomica indimenticabile e appagante.
Difficoltà: Media
Costo: Medio
Porzioni: 6/8 persone
Tempo di preparazione: 40 minuti
Tempo di cottura: 45 minuti
Abbinamento vini elbani: Elba Bianco D.O.C.
Ingredienti:
• 1 Margherita (Granseola) abbastanza grande
• Cipolla
• Aglio
• Prezzemolo
• Peperoncino
• Pomodori pelati
• Vino bianco
• Spaghetti
Preparazione: Pulire accuratamente la Margherita, spazzolando il guscio con una spazzola dura. Rimuovere il guscio e spezzare le zampe e il tronco in pezzi piuttosto grandi, facendo attenzione a raccogliere il liquido del crostaceo per utilizzarlo successivamente nel sugo.
In una padella, far dorare leggermente la cipolla con aglio e peperoncino nell’olio extravergine di oliva. Aggiungere quindi la Margherita e farla rosolare finché non avrà assunto una colorazione rossastra.
In primavera, le femmine di solito presentano numerose uova nella parte inferiore dell’addome, che vanno aggiunte al sugo insieme al resto.
Sfumare con il vino bianco e il liquido raccolto precedentemente, passato attraverso un colino fine per rimuovere eventuali impurità.
Aggiungere i pomodori pelati e lasciar cuocere finché l’olio del fondo di cottura non sale in superficie. Regolare di sale e peperoncino e aggiungere il prezzemolo tritato.
Quando la Margherita è cotta, mettere i pezzi da parte in un altro recipiente e coprirli con il sugo sufficiente per mantenerli caldi. Saltare gli spaghetti al dente nel sugo e servire in tavola, accompagnando la pasta con i pezzi di Margherita.
Immergiamoci ora nella storia gustosa delle Penne in Barca, un’autentica creazione di Elbano Benassi, rinomato cuoco portoferraiese e figura di spicco nell’Elba del dopoguerra. Benassi, pioniere nel settore turistico, ha lasciato un’impronta indelebile aprendo la celebre trattoria ‘Da Elbano’ a Portoferraio. In questo accogliente locale, i commensali potevano gustare il pesce appena pescato e il polpo lesso, sempre accompagnati da un ‘quartino di vino acquistato direttamente dai contadini. Creativo e innovativo, Elbano amava sperimentare nuove ricette che combinassero la tradizione della cucina popolare con tocchi di originalità.
Andare a cena da Benassi era diventato un vero e proprio fenomeno di tendenza, unendo il piacere di una deliziosa cena alla compagnia di personaggi più o meno famosi. Non era raro imbattersi tra i tavoli in qualche volto noto del jet set nazionale, seduto accanto a una tavolata dove Elbano stesso intratteneva gli amici con la sua chitarra, intonando stornelli e canzoni popolari. Spesso, anche i VIP si univano al coro. Oltre a preparare i piatti tradizionali, a Elbano piaceva sperimentare e creare nuove esperienze culinarie. Le Penne in Barca sono una delle sue geniali creazioni.
Preparare le Penne in Barca è un’esperienza facile e dal costo contenuto, ideale per deliziare fino a 6 persone. Con un tempo di preparazione di soli 15 minuti e 20 minuti di cottura, questo piatto incarna l’autenticità e il gusto della cucina elbana. Per completare l’esperienza, consigliamo di abbinare le Penne in Barca con un vino Elba Procanico D.O.C.
Ingredienti:
• 500 g di vongole fresche col guscio
• Mezzo bicchiere di vino bianco
• 600 g di penne
• 300 g di besciamella
• Rosso d’uovo
• Prezzemolo fresco
• Aglio
• Cipolla
• Peperoncino
Preparazione:
1. Far spurgare le vongole dalla sabbia tenendole in acqua e sale.
2. Far rosolare cipolla, aglio e peperoncino in una teglia oliata, quindi aggiungere le vongole ben sciacquate.
3. Bagnare con il vino bianco e lasciar evaporare.
4. Una volta aperte le vongole, spegnere il fuoco e aggiungere le penne cotte al dente.
5. Unire la besciamella (o la panna) e mescolare bene.
6. Servire con una spolverata di prezzemolo fresco tritato.
Come variante gustosa, si può aggiungere un rosso d’uovo crudo a testa, assicurandosi di unirlo all’ultimo momento per ottenere una consistenza cremosa.
IImmergiamoci ora nel mondo gustoso del Polpo bollito all’elbana, un piatto che non solo delizia il palato ma porta con sé un’antica tradizione. Il gesto di battere il polpo con un mazzuolo, sebbene possa sembrare più un rituale propiziatorio che una necessità culinaria, ha radici profonde nelle tradizioni marinare, simboleggiando la lotta contro le forze misteriose del mare. Il polpo, spesso associato al mitico mostro marino, è protagonista di questa ricetta che celebra la sua tenera consistenza e il suo sapore unico.
Difficoltà: facile
Costo: basso
Dosi per n. 6 persone T
empo di preparazione: 15 minuti
Tempo di cottura: 25 minuti e 20 minuti di riposo
Abbinamento vini elbani: Elba Vermentino D.O.C.
Ingredienti:
• 1 polpo di circa 1 kg
• 3 litri di acqua
• Sale
• Peperoncino
Preparazione:
1. In una pentola capiente, portare a ebollizione 3 litri d’acqua salata e insaporirla con peperoncino.
2. Immergere il polpo nell’acqua bollente, facendo attenzione a farlo arricciare per tre volte con l’aiuto di un forchettone quindi lasciarlo cuocere per circa mezz’ora, considerando il peso del polpo.
3. Una volta cotto, spegnere il fuoco e lasciare il polpo riposare nella sua acqua di cottura per circa 20 minuti.
4. Volendo, è possibile tagliare il polpo a pezzetti e condirlo con olio, limone, sale, prezzemolo e aglio.
In questo articolo, inoltre, non possiamo non raccontarvi che Laura, una delle fondatrici di Elba Holiday Houses, originaria del Piemonte ma da tempo trapiantata all’Elba, è diventata Skipper di barca a vela. Tra le sue competizioni preferite, si distingue la partecipazione alla Sagra del Totano di Capraia, un evento rinomato che celebra il pescato locale di totani e che si svolge ogni anno nei primi giorni di novembre.
Laura incarna perfettamente lo spirito del territorio elbano, con la sua fusione di mare e montagna. In questo contesto, vogliamo condividere una deliziosa ricetta che riflette l’anima culinaria dell’isola: i Totani ripieni.
Il totano vive al largo tra i 100 e i 600 metri di profondità e si sposta in banchi numerosi risalendo in superficie durante la notte e tornando in profondità nelle ore diurne. Si ciba di pesci e crostacei. I totani si pescano in tutte le acque dell’Arcipelago Toscano da fine estate fino in inverno inoltrato.
Come abbiamo accennato, Capraia ha eletto il totano piatto simbolo dell’isola: ogni anno, nel mese di novembre, si svolge la “Sagra del Totano” con gare di pesca e manifestazioni gastronomiche.
Difficoltà: facile
Costo: medio
Dosi per n. 6 persone
Tempo di preparazione: 30 minuti
Tempo di cottura: 20 minuti
Abbinamento vini elbani: Chardonnay IGT
Ingredienti
• 6 totani di almeno 300 g cad.
• 4 uova
• mollica pane
• latte
• 140 g di Parmigiano Reggiano
• Cipolla
• Prezzemolo
• Aglio
• Sale
• Peperoncino
• Olio EVO
• Vino bianco
• 800 g di pomodori pelati.
Preparazione
Pulire accuratamente i totani asportando le viscere e la penna. Sciacquare le sacche e metterle ad asciugare.
Tagliare a pezzetti le granfie del totano e farle rosolare in poco olio. A cottura ultimata, tagliarle a coltello il più finemente possibile e versarle in una terrina aggiungendo 2 uova intere, prezzemolo e aglio tritati, la mollica di pane fatta ammollare nel latte e il Parmigiano Reggiano. Insaporire con il sale e il peperoncino e mescolare bene tutti gli ingredienti.
Con questo ripieno farcire le sacche dei totani, avendo cura di non riempirle troppo poiché cuocendo rischierebbero di spaccarsi, e fermare l’apertura con uno stuzzicadenti.
In una casseruola far imbiondire la cipolla e un pezzetto di zenzero (peperoncino) in un bicchiere di olio. Aggiungere i pomodori pelati schiacciati con una forchetta, prezzemolo e aglio tritati. Aggiustare di sale. Lasciar cuocere per una ventina di minuti e quindi unire i totani ripieni che dovranno essere immersi nel sugo.
Se necessario è possibile aggiungere un poco di acqua calda. Lasciar cuocere a fuoco basso. Quando i totani saranno cotti, lasciarli raffreddare un pochino e tagliarli a fette. Servire i totani ricoperti dal sugo che avrete nel frattempo fatto riscaldare sul fuoco.
Dopo aver esplorato queste deliziose ricette che incarnano il cuore della tradizione culinaria dell’Isola d’Elba, non possiamo fare altro che invitare calorosamente i nostri amici e ospiti del piccolo residence Elba Holiday Houses a prenotare immediatamente un appartamento per venire ad assaporare queste prelibatezze di persona. Nulla può eguagliare l’esperienza di gustare i piatti tipici dell’isola in loco, immersi nell’atmosfera unica e autentica che solo l’Elba può offrire.
E non preoccupatevi se avete ancora voglia di deliziarvi con altre prelibatezze elbane, perché presto torneremo con un nuovo articolo dedicato ai dolci tipici dell’isola d’Elba, promettendo di svelare ulteriori segreti culinari che renderanno il vostro soggiorno ancora più indimenticabile. Restate sintonizzati per gustare tutto il meglio che l’Elba ha da offrire, sia in tavola che oltre!